Racconti horror

A CASA DA SOLA

Ero sdraiata in camera mia. Ancora pochi minuti e sarebbero arrivate le 23.00, ma ero sveglia a leggere un bel libro: "E vissero tutti felici e contenti", la frase famosa.
Ecco, erano le 23.00: mi rimboccai le coperte e mi diedi la buonanotte. I miei genitori erano partiti per una vacanza e io ero a casa sola. Non riuscivo a prendere sonno e andai in salotto a vedere la televisione. Mi soffermai su un poliziesco, devo dire, interessante. Mi stavo quasi addormentando, quando sentì un rumore...proveniva dalla cucina. Ero certa che qualcuno avesse acceso il gas, ma era spento. Intanto che tornavo sul divano, sentì la porta di casa chiudersi a chiave. Andai a controllare: era aperta. Girai canale della televisione, mi stavo impaurendo e con un film poliziesco di sottofondo, non era il massimo! Improvvisamente la televisione si sintonizzò, di nuovo, sul poliziesco. Accidenti, non riuscivo più a cambiare canale. Ero sicura che qualcuno fossa a casa mia. Una presenza sospetta che non riuscivo ad identificare, mi stava spiando; mi salì un brivido glaciale sulla schiena e la tv si spense. Non si riaccendeva più. Decisi allora di andare a letto, ma avevo ancora una grande ed incontrollabile paura. Accesi tutte le luci della casa, presi il mio telefono, in caso di allarme; controllai tutte le stanze, spensi le luci, chiusi la porta a chiave, andai in camera mia, chiusi la porta e mi sdraiai sul letto. Ripensai al libro che avevo letto pochi minuti prima... per me quella serata non era come nelle fiabe "e vissero tutti felici e contenti" proprio no. Poco dopo, sentii nuovamnte un altro rumore, no, non era un altro, era quello del gas della cucina, solo che adesso lo sentivo era proprio lì vicino a me. In quegli istanti strinsi il mio grosso pupazzo, un orso. Girai la testa verso quel rumore, ma non c'era niente. Vidi il mio telefono illuminato, era un messaggio di mia mamma: " Ciao tesoro, oggi sono venuti dei tecnici a vedere la tele che non funziona bene, quindi se non la vedi è normale. Verrà la nonna a controllare se tutto è a posto. Poi, hai sentito? Ti ho cambiato la suoneria dei messaggi, sembra il nostro gas!".
Tirai un sospiro di sollievo e subito dopo senti un rumore...proveniva dalla cucina!

Juliette

Il mendicante

Un giorno, tornando a casa dopo gli allenamenti, vidi uno strano signore con abiti logori, seduto ad un angolo della strada.
Era tutto buio attorno a me. I negozi stavano chiudendo, per la strada c'erano poche persone. La pioggia scendeva veloce e gelida.
Credevo fosse un mendicante, invece mi sbagliavo. "Ancora pochi passi e sei arrivata" dicevo tra me.
Gli unici suoni che sentivano erano quelli emesse dalle mie scarpe, ormai fradice e il ticchettio delle gocce sull'ombrello.
Ad un tratto cominciai a sentirmi inseguita,come se su quella strada non fossi più da sola. Iniziai a camminare più velocemente. Anche i passi del mio inseguitore aumentavano.Finalmente giunsi all'imbocco della mia via. Mi voltai, come se dovessi attraversare,ma non vidi nessuno dietro di me. Feci un sospiro di sollievo. Pochi metri dopo, entrai dal cancello; ero arrivata a casa e la porta si aprì da sola.
Mia madre mi stava aspettando con le scarpe asciutte in mano. La salutai e andai subito a lavarmi. Entrai in bagno, aprii l'acqua calda della doccia, ma la sgradevole sensazione che qualcuno mi avesse seguita, non mi abbandonava.
Ad un tratto sentii il cigolio della porta. Sussultai sotto l'acqua, poi, immaginando che fosse quel cretino di mio fratello, gli urlai "vattene stupido, lo dico alla mamma!". La porta si chiuse di colpo. "Strano" pensai sorridendo. "Credevo di aver chiuso la porta!". Uscendo dalla doccia abbassai la maniglia. La porta non si aprì. L'avevo chiusa a chiave.
Quella brutta sensazione ancora non mi lasciava. "Mi ci vuole una buona dose di sonno" pensai.
Il resto della sera passò tranquillamente. Una buona cena calda, un film alla televisione e finalmente eccomi nel mio letto al sicuro e al caldo.
Almeno questo era quello che speravo e invece alle tre in punto sentii un respiro inquietante accanto a me. Mi svegliai terrorizzata, il cuore mi batteva forte. Il respiro era veloce e affannato, come dopo una corsa.
Accesi la luce, guardai attorno a me. Era tutto in ordine, come lo avevo lasciato. Al terzo rintocco della campana, sentii bussare alla mia porta. Mi alzai e la aprii di scatto. Era solo mio fratello! Era più spaventato di me. Anche lui aveva sentito qualcosa di strano in casa. Decidemmo di svegliare i nostri genitori.
Raccontammo loro cosa avevamo sentito. Facemmo tutti insieme un giro di perlustrazione della casa. Era tutto a posto, tutte le porte erano chiuse. Tranquillizzati andammo tutti a letto.
Rassicurata, mi addormentai immediatamente: purtroppo non sarebbe durato a lungo. Un'ora esatta dopo, stessa scena, però questa volta anticipai mio fratello in corridoio.
Tornammo dai nostri genitori. "Per quale vi ostinate a dire che sono pazzo!?" urlò mio fratello. Mio padre e mia madre non vollero crederci e rimasero a letto.
Io e lui non potevamo fare finta di nulla, nel cure della notte, nello spaventoso silenzio di casa, quello strano rumore fece nascere in me il panico. Proveniva dalla cucina.
Scendemmo al buio le scale, presi l'attizzatoio del camino e mi feci coraggio. Dovevo difendere la mia famiglia e la mia casa.
La porta di ingresso sul retro dell'abitazione era spalancata, questa era la conferma che era entrato qualcuno... ma dov'era? Dove si nascondeva?
Sul pavimento c'erano tracce d'acqua. Le seguii, credevo che mio fratello fosse dietro di me, ma così non era!
Le gocce di pioggia mi portarono al piano superiore e precisamente nella stanza del mio povero fratellino.
Accesi la luce, mi preparai a colpire qualunque cosa avessi visto. La finestra era aperta. Non notai nulla di strano, e invece avrei dovuto accorgermi della sua presenza, la presenza di colui che cambiò per sempre le nostre vite.
Corsi fuori, ma appena lasciai la stanza, trovai sul pavimento un cappello nero. Fu un attimo, lo riconobbi subito, era lo stesso indossato dal mendicante qualche ora prima. Tutte quelle che credevo sensazioni si stavano tramutando in un terribile incubo. I passi che mi inseguivano, la porta del bagno, e i respiri. "Come ho fatto a non capire?" mi aveva pedinato e si era introdotto in casa mia, tutti noi eravamo in pericolo!
Solo in quell'istante notai che ero sola, mio fratello non era più accanto a me! Lo cercai, ma non lo vidi da nessuna parte.
Gridai con tutto il fiato che avevo in gola il suo nome. Per quanto a volto lo detestassi, era sempre mio fratello. Non ricevendo risposte, decisi di tornare giù e lo cercai ovunque, per fino sotto i letti, nello scantinato. Nessuna traccia, né dello strano uomo, né del mio fratellino.
Le mie urla fecero accorrere i miei genitori, insieme perlustrammo la casa. Iniziammo dalla soffitta, buia e piena di cianfrusaglie, anche una vecchia bambola che si mise a parlare da sola, noi tre stavamo tutti vicini, avevamo paura di trovarci davanti un macabro panorama, o ancora peggio all'uomo sconosciuto. La paura più grande era non trovare più mio fratello, ma di trovare solo il corpo, invece non trovammo nulla, nessuna traccia.
I miei genitori chiamarono la polizia la quale ci spiegò che non eravamo la prima famiglia ad essere vittima di un pazzo e che purtroppo non erano ancora riusciti a prenderlo perché si spostava molto facilmente da un paese all'altro. Ciò significava che finché questo uomo fosse stato vivo, nessuno sarebbe stato al sicuro! Non dubitate mai delle vostre paure. Solo dopo le prime luci dell'alba avemmo notizie dalla polizia. Fortunatamente ci portarono mio fratello, ma era strano! Spaventato, infreddolito e tremolante.
Tutti cercammo di capire cosa gli fosse capitato, ma lui da quella sera non parlò più.
Chissà cosa gli era successo! Chissà cosa aveva vissuto! Non lo sapremo mai. Nonostante il trascorrere degli anni, le cure mediche e le sedute dallo psicologo, non ho ancora delle risposte e mio fratello non è più tornato normale!

Shary